
In particolare secondo d'Alema i 300mila del Vday "pongono un problema, non danno risposte. Sono più d'una manifestazione di malessere che un'indicazione. E noi dobbiamo ricordare che, distrutti i partiti, all'inizio degli anni Novanta chi ha vinto? Berlusconi che aveva i soldi e i mezzi d'informazione. E anche oggi se saltano i partiti non vincerà il blog di Beppe Grillo". Al contrario i partiti andrebbero oggi ricostruiti e fortificati, e infatti in questa direzione va il nascente Partito Democratico.
I due personaggi d'altronde non si sono mai amati. All'epoca in cui si ventilava una possibile elezione di d'Alema a Presidente della Repubblica Grillo gli indirizzò una lettera in cui lo accusava di avere troppi scheletri nell'armadio (riferendosi in particolare alla scalata Unipol alla Bnl) per poter ambire alla carica e ora nel post Vday ritorna sul tema, rincarando la dose. D'Alema di contro accusa Grillo di fomentare "una carica di violenza totalmente inutile, che non produce niente di positivo". Grillo, continua, "non riempie vuoti, perché non dà risposte". Le proposte di Grillo poi le liquida come qualunquiste: ''parlamentari inquisiti, elezione diretta e limite delle due legislatura? Per i reati di una certa gravità sì, ma Scalfari che parlava di qualunquismo è condivisibile. Gli altri due punti del comico genovese - conclude - non li condivido affatto".