Nichi
Vendola riceverà ogni mese un vitalizio di 5.618 euro lordi. A 57 anni l'ex presidente della Regione Puglia ha infatti ottenuto quello che è un suo diritto. Ma che ha fatto scattare l'accusa di 'baby pensione' a un leader di sinistra. In prima fila c'era il fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che ha ironizzato sul vitalizio di Vendola. "
Dopo anni di lotte a favore dei lavoratori passati tra i banchi di Montecitorio e la buvette della Camera, dopo migliaia di chilometri macinati nelle auto blu finalmente il compagno Vendola è giunto alla pensione", ha scritto l'ex comico.
La querela di Nichi Vendola a Il Fatto Quotidiano
Tuttavia, Beppe Grillo è incappato in un infortunio social: su Twitter ha ritwittato un post omofobo che recitava "Noi ci rompiamo il culo fino a forse 63 anni, mentre c'è chi gode a farsi rompere il culo!". Il retweet è stato poi eliminato, ma la gaffe ha alimentato ulteriormente la polemica. Anche perché già in passato il capo del Movimento 5 Stelle aveva fatto qualche battuta sul tema. D'altra parte il M5S, con il deputato Alessandro Di Battista, ha ricordato un altro aspetto della vicenda:
Nichi Vendola ha beneficiato di un assegno di 198mila euro di fine mandato. Tutto secondo le norme, sia chiaro. Ma il problema è che proprio il leader di Sel è stato in prima linea contro i costi della politica.
A seguire il video di Nichi Vendola quando parlava sulla riduzione dei vitalizi
Nichi
Vendola ha poi replicato duramente alla accuse: "
Se fossi ricco come Beppe Grillo volentieri rinuncerei al vitalizio. Sono stato eletto deputato in cinque legislature e presidente di regione per due legislature e tutti sanno che non mi sono arricchito e che non ho rubato. Sono orgoglioso del fatto che la mia sia l’unica regione non coinvolta in rimborsopoli". Inoltre il leader di Sel ha rivendicato che il mio partito "si è battuto sempre e in ogni sede contro tutti i privilegi. La Puglia ha abolito i vitalizi a partire dal 2013". In chiusura Vendola denuncia un "linciaggio" nei suoi confronti da parte di "
chi pensa che la lotta politica non sia combattere le idee, ma denigrare le persone. Faccio politica ormai da oltre quarant’anni e devo dire che l’unica cosa a cui non mi rassegno è la barbarie".